La Rai e la fabbrica di falsità

Roma, 14 marzo 2022 - La Rai e la fabbrica di falsità. 

Sono ormai giorni e giorni che i canali Rai ci sciorinano notizie e dati che definire “allineati” è dir poco, con tanto di punizione di chi non si allinea, come nel caso di Marc Innaro.
La narrazione della guerra in Ucraina, già fatto tanto tragico in sé, sembra basarsi non su autentici e accertati reportage, ma su “dispacci Nato” e comunicati dell’Unione Europea tutta allineata su una sola posizione bellicista, senza alcuna volontà effettiva di assumere un ruolo diplomatico di pace. Una informazione che si dice libera dovrebbe fare inchiesta e non limitarsi a prendere una posizione univoca in incondizionato appoggio alla Nato e alla politica USA. Ricordiamo alla Rai che questo tipo di informazione serve solo ad aumentare il pericolo di un allargamento del conflitto senza che l’opinione pubblica abbia la libertà di pronunciarsi sapendo esattamente dimensioni e realtà delle parti in conflitto..
Il punto più basso si è tentato sabato sera con un servizio che sarebbe dovuto andare in onda sul TG2 delle 20,30 e che la protesta popolare ha convinto la direzione a ritirare. Si sarebbe presentata un’intervista a un esponente del famigerato “battaglione Azov” un corpo speciale dichiaratamente neonazista che agisce indisturbato in Ucraina e specialmente nel Donbass, luogo di una guerra dimenticata da tutti gli organi di stampa e dalla Rai in particolare, dove dal 2014 sono morte oltre 14000 persone e dove il cosiddetto “corpo scelto” ha compiuto crimini efferati e di una violenza inaudita. La stessa OCSE ritiene responsabili gli appartenenti al battaglione dell’uccisione in massa di prigionieri, di occultamento di cadaveri in fosse comuni e di torture fisiche e psicologiche nei confronti delle popolazioni russe e russofone del Donbass. Non chiediamo che non si facciano interviste anche a veri criminali, ma che almeno si presentino come tali. Certo, anche le SS erano un corpo scelto, ma mai, si spera, nessuno ne parlerebbe come “eroi resistenti”.
Le utenti e gli utenti di questo Paese non possono sottrarsi dal pagamento del canone Rai, messo inopinatamente in bolletta, ed hanno quindi il diritto di ribellarsi a un’informazione univoca, cialtrona, incapace di rappresentare un momento della nostra storia serio e drammatico che ci vede contro Putin e contro la Nato e la sua narrazione spacciata come incontrovertibile.
 
 
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