27 Aprile 1966 : i fascisti uccidono Paolo Rossi

  • Posted on: 27 April 2021
  • By: Anonimo (non verificato)

 
 
Da “Lotta Continua” del 15.10.1970 : Saverio Ghiacci a dx e Flavio Campo a sx durante l’aggressione a uno studente
Ha appena 19 anni Paolo Rossi quando la sua vita s’incrocia con quella dei suoi assassini sulle scalinate della facoltà di Lettere, è un incontro perverso, ma non casuale quello del giovane studente con i suoi assassini; non è casuale perché Paolo, iscritto alla Gioventù Socialista, è con i suoi compagni a distribuire volantini sulle recenti elezioni Universitarie funestate dalle continue aggressioni dei fascisti ai danni degli studenti di sinistra.  Una presenza consapevole la sua, non casuale per un ragazzo cresciuto dai genitori nei valori della Resistenza, che diventa un incontro perverso nella sua asimmetria quando davanti al diciannovenne scout, si parano davanti gli esperti picchiatori di Avanguardia Nazionale. La tecnica di picchiare a sangue, di rompere le ossa, Flavio Campo, Saverio Ghiacci ,i fratelli Di Luia l’hanno imparata bene e Paolo violentemente colpito allo sterno, forse con un “pugno di ferro”, ha un malore e nella concitazione dello scontro in atto viene visto cadere dall’alto della balaustra.
 
Da “Lotta Continua” del 15.10.1970 : la freccia in alto a dx mostra Paolo Rossi, quella a sx Saverio Ghiacci intento a colpire
Testimoni diranno che nel cadere il giovane era già inerte e che non fece alcun gesto per attutire la caduta.
Poi la grave commozione cerebrale, il coma e la morte.
Come accadrà per tante altre volte negli anni a seguire, malgrado l’aggressione sia avvenuta alla presenza della polizia, nessuno degli arcinoti aggressori verrà denunciato, gli assassini rimarranno impuniti, liberi di continuare a spargere sangue per le strade d’Italia e d’Europa.
Oggi, nel parlare di Paolo, viene alla mente un altro giovane antifascista ucciso : Walter. Il ricordo che accomuna questi due giovani rimasti per sempre tali, forse è in parte figlio della suggestione della quasi omonimia, Paolo uno, Walter l’altro, con quello stesso cognome “Rossi” in comune, ma per certo quello che maggiormente li accomuna nella nostra memoria è quel ricordo senza pace per quella giustizia negata che non ha visto pagare i colpevoli della loro morte.