Comunicato antifascista sulla "Fondazione Pino Rauti".

"Roma, 21 novembre 2020.

In questi giorni si assiste a una diffusa attività di promanazione, su diverse testate di informazione e siti internet, di "veline" provenienti dalla fondazione Pino Rauti e dalla pagina della figlia Isabella, Senatrice di Fratelli d'Italia, relative alla costituzione di un fondo archivistico e librario "Pino Rauti" presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.

Ci auguriamo che le motivazioni di acquisizione da parte della Biblioteca non siano le medesime espresse con chiara evidenza dai vari comunicati, che sono quelle di accreditare presso le Istituzioni e presso l'opinione pubblica la controversa figura di un politico che ha sempre dichiarato la sua militanza fascista e neo-fascista e ha sempre tramato, anche internazionalmente, contro l'assetto della Repubblica nata dalla Resistenza.


Ricordiamo che la "carriera" e l' "ispirazione" politica di Pino Rauti sono sempre state segnate da una  profonda contrarietà ideologica ai principi della Costituzione: a cominciare dall'adesione alla Repubblica Sociale Italiana, dalla creazione dell'associazione di matrice eversiva "Centro Studi Ordine Nuovo" (che ha potuto vantare tra i suoi militanti Stefano Delle Chiaie e Franco Giorgio Freda), dall'implicazione nei processi per strage di Piazza Fontana e Piazza della Loggia e dal costante impegno a tenere uniti, attraverso la fondazione di formazioni politiche (p.e. Movimento Sociale Fiamma Tricolore, MIS-Rauti) o tramite l'aggregazione con altri partiti o raggruppamenti (p.e. Forza Nuova, Casa delle Libertà), l'elettorato fascista. E ricordiamo che la principale "ispirazione" e formazione culturale è stata tratta dagli scritti e dal pensiero di Julius Evola. Connotazioni di infamia e disonore politici per chi crede nei valori della Repubblica nata dalla Resistenza, che non vengono lavate dall'essere stato Pino Rauti parlamentare della Repubblica.


Anche al di là delle ovvie considerazioni di opportunità nel costituire un tale fondo di libri, riviste e corrispondenze, non capiamo quale valore documentario possa possedere questo stesso fondo che, come viene esplicitamente dichiarato dai promotori di questa iniziativa, è stato desiderato e preparato dalla stessa persona a cui ne è ascritta la titolazione ed è stato successivamente selezionato e confezionato dagli eredi. Un'origine che compromette, anzi destituisce completamente la sua attendibilità, essendo una mera operazione di propaganda.


Riteniamo che una simile iniziativa distorca pericolosamente la principale missione di conservazione e tutela dei beni materiali librari e manoscritti affidata alle Biblioteche Nazionali.



Giovanni Ammendola - Responsabile antifascismo Roma

Michela Becchis - Responsabile cultura Roma"