SALVARE LA SCUOLA COME PRESIDIO DEMOCRATICO

SALVARE LA SCUOLA COME PRESIDIO DEMOCRATICO     

La condizione che stiamo vivendo ormai da marzo ha stravolto la vita di tutti. Sembra impossibile, in questo   momento, riuscire a programmare qualsiasi cosa: il diffondersi del Coronavirus e i conseguenti continui   DPCM, le ipotesi, le bozze, creano continua incertezza nei docenti e negli studenti. La pandemia non ha   fatto altro che evidenziare tutti gli errori commessi nel passato dalle politiche neoliberiste fatte solo di tagli   e risparmi. Ma anche in piena emergenza si è proceduto al ridimensionamento del sistema scolastico e, in   alcuni casi, invece di assegnare alle scuole aule svuotate nel passato si è preferito un cambio di   destinazione d’uso. Dopo oltre otto mesi è indispensabile abbandonare il concetto di emergenza che   richiede decisioni temporanee. Occorre, invece, affrontare con coraggio la situazione assumendo soluzioni   definitive per quei problemi ormai annosi.  

Quest’anno scolastico si è aperto all’insegna di soluzioni fai da te seguendo linee guida confuse. Dalla   didattica in sicurezza alla gestione del personale docente e non docente: mentre le scuole abbattono pareti   e nastrano in terra, l’usp di Roma gestisce nel caos il conteggio delle cattedre vacanti tanto che le   convocazioni per le supplenze subiscono gravi ritardi con il risultato di avere precari in attesa di lavorare e   classi senza insegnanti.   Tutto questo comporta una forte disparità nei diversi gradi di scuola e un danno per tutti: alcune scuole   sono completamente in presenza (dalle scuole dell'infanzia alle scuole medie), ma soffrono di più la   lentezza dell'USP, mentre le scuole superiori si confrontano con i continui cambiamenti organizzativi,   passando da un sistema misto per arrivare ora al 100% delle lezioni a distanza. Tutto viene tradotto   nell'impossibilità di avviare in tempi ragionevoli una didattica e una programmazione funzionale alle classi.  

Rifondazione Comunista ha sostenuto fin dall'inizio dell'emergenza sanitaria che si poteva cogliere, nel   dramma della pandemia, l'opportunità di ripensare la scuola, riorganizzandola e correggendo gli errori   macroscopici delle ultime riforme, iniziando proprio da quello che riteniamo la chiave di tutto:   programmare un numero maggiore di docenti per ridurre il numero degli alunni per classe. Certamente la   decisione del governo di proporre gli incarichi per il personale aggiuntivo Covid va nella direzione opposta   alla soluzione che noi chiediamo. Questo personale era previsto per garantire le lezioni in presenza, magari   attraverso lo sdoppiamento delle classi per evitare il sovraffollamento che caratterizza la scuola nel suo   insieme. Quindi è vero che più personale riduce le classi pollaio. Chiediamo, però, che i provvedimenti   assunti da governo e MI non vengano più emanati con la scure del licenziamento in tronco ed improvviso,   altrimenti aumenta lo stato di ansia dei lavoratori che vedono peggiorare lo stato di precarietà. Lo stesso   governo, certamente anche qui, ha risolto il caso con sciatteria e senza rispetto per nessuno: calcolate in   modo erroneo le risorse economiche, molti contratti non firmati e stipendi non erogati.   In un quadro così incerto e delicato, il governo – nonostante concorsi vecchi del 2016 e 2018 ancora in fase   di chiusura – ha deciso di dare seguito al concorso straordinario, programmando importanti spostamenti di   docenti all'interno del territorio nazionale, esponendoli al pericolo del contagio e senza ascoltare le istanze   dei precari che da subito hanno sottolineato l'irresponsabilità e inopportunità del provvedimento.  

Rifondazione Comunista chiede che si programmi immediatamente una ristrutturazione del comparto   scuola, in modo che il prossimo anno si possa riprendere l'attività didattica sulla base di nuovi presupposti e   propone:  

-   la riduzione del numero di studenti per classe, che deve essere fissato tra le 15 e le 18 unità: le   classi “pollaio” è stato verificato che sono un problema per la diffusione del virus, ma sono – in realtà – un   problema strutturale per la didattica. Un gruppo classe con numeri contenuti permette di mettere in atto   misure personalizzate e di gruppo, consentendo a   docenti di seguire e supportare i ragazzi per guidarli nel raggiungimento di obiettivi didattici   educativi soddisfacenti per tutti;

-   la trasformazione dei contratti Covid in nuove disponibilità permanenti, prevedendo l'aumento del   personale docente anche per le scuole superiori;  

-   il reperimento di nuovi spazi per la scuola, con interventi di manutenzione straordinaria sui plessi   scolastici chiusi o parzialmente inagibili e adattando edifici pubblici inutilizzati;  

-   annullamento del concorso straordinario e istituzione di un doppio canale per il reclutamento del   personale docente: chi ha tre anni di servizio deve essere stabilizzato, prevedendo eventualmente un anno   di prova;   -   riconoscere la Carta del docente anche agli insegnanti precari;  

-   aumento del personale non docente della scuola, per consentire un'adeguata gestione di tutti i   plessi.  

-   maggiori parametri di sicurezza per lavoratori e lavoratrici sul luogo di lavoro in riferimento al   pericolo di contagio con dpi adeguati con particolare attenzione alla fascia 0-6 dove al di sotto dei 6 anni   non vi è obbligo di mascherina;  

-   garantire protezione anticontagio nelle bolle formate evitando lo spostamento di personale   precario supplente tra plessi scolastici nella fascia 0-6;  

-   assunzioni immediate per la copertura di cattedre vacanti e garantire i docenti di sostegno ai d.a.   Tutte queste misure sottintendono che venga fatto un forte investimento di risorse finanziarie per la   scuola: solo inserendo la scuola tra le priorità strategiche del nostro paese si potrà riprendere a lavorare   per realizzare la scuola descritta dalla Costituzione.